"DECENTRARSI" - Lettera 274
30 gennaio 2019
“DECENTRARSI“
Fratelli Nazareth
da poco è iniziato il nuovo anno e stiamo continuando a incontrarci sul tema “La Terra Promessa”.
Un tema che non si esaudirà facilmente. Mi correggo, sarà un tema di cui è impossibile intravedere la fine. Domenica scorsa ci siamo fatti coinvolgere dal Vangelo della terza domenica del tempo ordinario e dalla sete del conoscere dell’evangelista Luca.
Luca attesta che prima di scrivere la sua testimonianza si è ben informato. Ha indagato. Non si è fidato del sentito dire. Si è allontanato dalla tentazione di riferire il già riferito (cfr Luca 1,1ss).
Quanto è difficile mettere da parte ciò che può condurti all’essenziale. E l’evangelista Luca è un vero artista nel conquistare anche gli uditori più distratti.
Volevo proporvi questo mese un argomento su cui potremo, senza dubbio, ritornarci e confrontarci: DECENTRARSI. Quasi un allontanarsi da sé stessi col desiderio di conquistare la vera libertà di esistere lontani dal proprio “IO” che grida e pretende di essere nutrito.
Ho letto qualcosa di Freud che nelle sua teorie, da grande indagatore della mente umana, suggerisce a volte di lottare contro l’infantile bisogno di “sentirsi amati”.
Non sono uno studioso di psicologia, ma, fortemente condizionato dall’Amore Infinito di Dio che riversa su noi tutta la Sua Essenza di Amore, mi farebbe sentire non poco disorientato e mi porta a chiedere: e allora, dove sta la direzione giusta da seguire? Di quale maestro fidarsi?
Sento nel profondo del cuore di esprimermi così: Gesù ci insegna di individuare bene dove sta il “mio” il “tuo” tesoro, perché lì alberga il “mio”, il “tuo” cuore ( cfr Matteo 6,21; Luca 12,34). Lì abito. Lì abiti. Lì è la tua vera residenza. La sede dei tuoi sentimenti, delle tue forze. E Gesù stesso dice, nella Casa di Betania, che Maria si è scelta la parte migliore, che lì Maria ha smesso di girare intorno a se stessa e ha compiuto la scelta dell’ascolto (cfr Luca 10,38). Si è così sentita amata da non perdere di vista la Sorgente della Vita che le pulsa dentro e che nessuno potrà mai dargliela se non il Signore Vita che ha davanti a sé. E’ necessario compiere con tutte le forze una scelta fondamentale: Chi ho scelto nella mia vita e l’ho collocato al vertice dei miei intenti.
Maria di Betania, credo, si sia decentrata. Ha scelto di non rimanere ancorata alle sue cose, a se stessa e, sentendosi amata, ha scoperto se stessa.
Ha palpato, toccato e abbracciato per sempre il Tutto.
Quindi, da povero ignorante in materia di psicologia quale sono, dico a me stesso che continuerò tutta la vita a indagare sempre fino a quando gli Occhi della Verità che è Cristo vorranno guardarmi e trasformarmi in Lui. Cercherò, al tempo stesso, di essere cosciente di non essere il satellite di me stesso, ma vorrò uscire dall’orbita dell’infelicità che potrebbe essere chiamata egoismo, individualismo, capriccio del bambino capriccioso che punta al giocattolo da poter usare e distruggere quando non serve più.
No! Con le ali della libertà che solo il Vangelo, cercato, scelto e amato potrò riuscire a decentrami da un io che, certo mi apparterrà sempre, ma che mi chiede, al tempo stesso, di divenire adulto e non dipendente da nessun tesoro inutile.
Il prossimo incontro lo terremo a San Venanzo domenica 3 marzo alle ore 16,00. In Chiesa l’Adorazione Eucaristica, meditazione seguita dall’incontro comunitario all’Oratorio.
A voi tutti un augurio di grande gioia e di pace e di bene
don ruggero